Storia della musica per topini 3

“Mimmo! Mimmo! Sistemati bene la camicia, vieni qui, fatti aiutare!!”. Niente da fare, Mimmo correva per casa senza fermarsi e con lui i suoi fratelli più piccoli. In casa Scarlatti c’era sempre un gran movimento e sebbene le donne di casa dedicassero intere giornate a rassettare e organizzare i pasti, quando ci si trovava tutti insieme, intorno al tavolo si contavano dodici teste e una gran confusione!

Papà Alessandro era già uno stimatissimo Maestro, così capace e creativo che ancora oggi viene considerato uno dei più importanti compositori d’opera non soltanto in Italia, ma in tutto il mondo. Topini belli, sono così tante le cose che voglio raccontarvi che non sto più nella pelle! Seguitemi in questo mio viaggio immaginario e scopriremo insieme storie fantastiche!! Siete mai stati a teatro per sentire un’opera? L’opera è quel genere musicale dove le storie, invece di essere raccontate, vengono cantate da artisti che usano la voce in modo potente e straordinario. Indovinate un po’ dove venne inventata?

Sempre lì, a Firenze proprio un anno dopo che Bartolomeo Cristofori aveva inventato il Gravecembalo col piano e col forte. E’ un momento molto importante, si sposa Maria, la nipote di Ferdinando de’ Medici, una donna dall’infanzia molto triste e infelice sebbene vivesse in uno dei Palazzi più belli del nostro Paese. La piccola infatti, aveva perso la mamma a 5 anni e il papà a 12.

Ferdinando, che nel frattempo aveva preso il posto del giovane fratello morto diventando Principe, fece di tutto per proteggere i suoi nipoti da quel dolore e lo fece servendosi del mezzo consolatorio più potente che aveva: l’arte. Dunque anche quando Maria sposò Enrico IV di Francia, Ferdinando fece preparare una bella sorpresa: chiese ai suoi amici Peri e Caccini di scrivere le musiche per accompagnare il testo di una bellissima storia d’amore scritta dal famosissimo Rinuccini. Topini! Preparate i fazzoletti, la storia è straziante: Orfeo è bellissimo e tutte le donne ne sono innamorate, lui ha occhi solo per Euridice, anche lei bellissima, desiderata. La sfortuna vuole che un serpente morda Euridice inseguita da uno spasimante di cui lei non voleva sapere nulla, anche lei è innamorata solo di Orfeo. Muore avvelenata e Orfeo, che non si dà per vinto scende nell’aldilà disposto ad ogni cosa per riprendersi Euridice. Purtroppo qualcosa va storto e Orfeo non riesce a portarsela a casa. Vivrà gli ultimi suoi giorni dolorosamente e senza più riprendersi. Un amore esclusivo, struggente quello dei due protagonisti che non riescono a vivere uno distante dall’altro. Ferdinando augurava questo alla nipote. Un amore senza confini, un legame indissolubile, ma qualcuno disse che poiché il finale era tragico non fosse propriamente un bel regalo da parte sua. Questa nuova pratica, che univa musica e testo, piacque molto e siccome quasi tutto ciò che accadeva presso la corte del Granducato di Toscana diventava di moda, ben presto anche a Napoli, nei Palazzi più importanti all’inizio e nei teatri in seguito, si iniziò a rappresentare testi di famosi scrittori musicati da altrettanto famosi musicisti. Nacque in questo modo l’Opera e il nostro caro papà Scarlatti ne scrisse più di sessanta!!

Rappresentare un’opera è cosa molto macchinosa. Ci sono tanti personaggi, bisogna reclutare non solo cantanti, musicisti per l’orchestra e a volte anche un coro. Dove trovarli? Nei Conservatori, palazzi dove i bambini rimasti orfani potevano avere un letto e un pasto caldo invece che vivere in strada, ma come consolarli dalla loro tristezza? Con la musica! Proprio come aveva fatto Ferdinando con i suoi nipoti, questi bimbi impararono a cantare, suonare e comporre oltre che a leggere e a scrivere grazie all’aiuto di valorosi insegnanti. Molti divennero musicisti professionisti e a quel punto i più meritevoli vennero impiegati nelle opere, qualcuno di loro divenne addirittura famoso…

Domenico era cresciuto tra Palazzi e Conservatori dove trovava sempre clavicembali su cui mettere le zampette. Tutto il giorno ascoltava la musica che scrivevano papà Alessandro e i suoi amici, ma era talmente curioso che assorbiva tutte le melodie che sentiva canticchiare tra la gente al mercato, le cantilene dei bimbi che giocavano per le vie di Napoli, di Venezia dove andò a studiare, Firenze, Roma, dove suo padre, certo che Mimmo fosse un talento imbattibile, organizzò una vera e propria gara con George Friedrich Haendel. Si incontrarono a casa del Cardinale Ottoboni e iniziarono una competizione estenuante dove alternandosi, mostrarono le proprie abilità suonando un pezzo dopo l’altro sul clavicembalo.

Topini belli, come vorrei avere la macchina del tempo per poter assistere insieme a voi a quella gara. Pensate quanta tensione, quanta bellezza, quante emozioni provarono gli spettatori di quel momento…

Scommetto che siete curiosi anche voi di sapere come andò a finire!

E allora ve lo racconterò la prossima volta. Preparate le zampette… Insieme faremo un lungo viaggio verso la Spagna per accompagnare Mimmo…

Hasta la vista!!

Salvai – Costanzo